Angelo Sinuello, dottore in biologia, ci accompagnerà a scoprire le erbe spontanee del mazzo di San Giovanni: la felce, pianta in grado di dare capacità divinatorie e il cui fiore, d’oro, si dice schiuda, effimero, soltanto alla mezzanotte del solstizio; l’artemisia, in grado di tenere lontano il malocchio; l’iperico, conosciuto anche come “erba di San Giovanni”, che fiorisce proprio in quei giorni ed ha proprietà antidepressive; e poi la menta, la salvia, l’asparago di monte, l’arnica e altre margherite.
Impareremo a conoscere gli alberi, legati all’economia e alle tradizioni locali, osservandone le foglie e accarezzandone la corteccia, e cercheremo le tracce degli abitanti di questi boschi: caprioli, cinghiali, scoiattoli.
Potremo apprezzare la fragranza degli ultimi sambuchi in fiore accompagnati dal cinguettio delle cincie e delle gazze ghiandaie messe in allarme da una poiana di passaggio.
Cammineremo sui prati del Planino e sotto le fronde dei castagni e dei tigli, alberi simbolo delle Valli del Natisone, e vedremo altri segni dell’antica interazione tra uomo e natura, come i muretti a secco, i fienili e il Korito, la vasca di pietra dove le donne del paese di Stregna lavavano i panni.